La Facoltà di Lettere dell’ Università di Lisbona
e la Pontificia Università Gregoriana presentano il
manoscritto originale
Clavis Prophetarum
di antónio vieira s.j.
30 Maggio・16h30 GMT・FLUL Anfiteatro 1
Eschaton
La parola eschaton è comunemente associata all’età finale della storia. In teologia, escatologia si riferisce a un tempo finale – che si tratti della fine della storia,della fine del mondo, o della fine di un’epoca.
Giudaismo, cristianesimo e islam partecipano di una ricchissima tradizione escatologica, declinata, di volta in volta, in discorsi profetici, messianici, millenaristici e apocalittici. Nei testi dell’Antico Testamento troviamo principalmente espressioni profetiche e messianiche, come quelle che ricorrono nei libri di Ezechiele, Zaccaria, Geremia, Isaia e Amos. Con il passare del tempo, tuttavia, aumentano le speranze di un ritorno del Figlio dell’Uomo, cosicché anche questo genere narrativo si evolve nella direzione di quella che oggi viene definita letteratura apocalittica.
All’interno di questo genere, i testi di riferimento canonici sono principalmente due: Daniele, per l’Antico Testamento, e Apocalisse, per il Nuovo Testamento. Il secondo è un perfetto esempio di apocalisse, mentre il primo illustra chiaramente, attraverso l’inclusione di passi profetici, messianici, millenaristici e apocalittici, come si erano evoluti quei generi all’interno dell’Antico Testamento.
L’aspettativa umana dell’apocalisse ha accompagnato la creazione e lo sviluppo della civiltà occidentale dall’antichità fino ai nostri giorni. Ogni volta che qualcuno crede nell’instaurazione di un regno divino o nell’inizio di una nuova era, lì sarà presente anche un’aspettativa apocalittica. Molti individui, nel corso dei secoli, hanno cercato di interpretare il messaggio in codice presente in Daniele e Apocalisse. In relazione a questo tema, gli esegeti più importanti sono Geronimo, Ippolito, Agostino, Gioachino da Fiore, Jean de Roquetaillade o il portoghese António Vieira, S.J.
António Vieira S.J.
António Vieira, S.J. (1608—1697), fu un uomo dalle molteplici sfaccettature. Era un gesuita di formazione, diplomatico al servizio della nuova dinastia di Braganza, autore prolifico e uno degli esegeti più noti e rispettati del suo tempo. Visse tra le Americhe e l’Europa,
servendo la sua fede e il suo re. In un certo senso, la sua vita fu di per sé una celebrazione dell’attesa escatologica. In quanto esegeta, conosceva il contenuto di Daniele, dell’Apocalisse e di altri testi non canonici, nonché del modo in cui si riferivano al tempo della fine. Inoltre, conosceva bene l’aspettativa ebraica della venuta di un Messia prima dell’instaurazione del regno divino.
Sorprendentemente, Vieira non seguì sempre la dottrina di Agostino, secondo la quale non bisognava interrogare eventi storici passati e presenti per conoscere il tempo della fine. L’esegeta e scrittore Vieira, al contrario, si è servito, nelle lettere, nei sermoni, nei documenti scritti sotto la prigionia dell’Inquisizione portoghese e nelle sue opere successive, di tutti gli stili escatologici a sua disposizione: profetico, messianico, millenaristico e apocalittico. Leggere la sua opera equivale a una scoperta teologica quotidiana, da cui l’espressione “Oggi trovato”!
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This work is financed with National Funds through FCT (Foundation for Science and Technology)
through the project UIDB/00019/2020 (CEC), and UIDB/04311/2020 and UIDP/04311/2020 (CH-ULisboa).